Come è fatta una matrice?

Roberta Rigo

 

Per mobilitare, valutare, certificare competenze, occorre

  • ripensare il sistema di insegnamento/apprendimento
  • rendere l’allievo attore protagonista del suo percorso formativo

 

Un modello di sviluppo della competenza deve dare la possibilità

  • sia di interpretare i processi di crescita, con la valutazione,
  • sia di rilevare i risultati conseguiti, con la certificazione. (Tessaro, 2011)

 

 

Costruire matrici

 

La matrice è uno strumento generale di valutazione della qualità di prodotti e prestazioni in un determinato ambito. Le matrici possono essere globali o analitiche. Descrivono livelli/soglie che rappresentano un traguardo di tappa, che viene associato alla preventiva definizione di uno standard.

 

 

 

 

Lessico delle matrici

   

Matrice: è uno strumento generale di valutazione della qualità di prodotti e prestazioni in un determinato ambito. Le matrici possono essere globali o analitiche;

componenti: indicano le dimensioni, gli ambiti dell’apprendimento, componete cognitiva, metacognitiva, socio-relazionale;

indicatore: indica gli aspetti evidenti, osservabili che consentono di rilevare la presenza o meno del processo che è promosso dall’attività; è un ordinatore logico ;

livelli: rappresentano un traguardo di tappa. I livelli possono essere espressi con aggettivi, numeri; descrizioni criteriali. Il termine “livello” in genere viene associato alla preventiva definizione di uno standard (di una soglia), rispetto a cui commisurare un determinato apprendimento. “Nella didattica modulare in cui ogni modulo persegue il raggiungimento di specifiche soglie di padronanza, il livello-soglia è dato dall’insieme delle rilevazioni dei risultati conclusivi, da cui si può inferire il superamento o meno della fase di sviluppo di una competenza”… “La soglia interpreterà, con la valutazione, i processi di crescita, il potenziale, gli atteggiamenti e le motivazioni, mentre il livello registrerà, con la certificazione, le informazioni conosciute, i risultati conseguiti, i prodotti effettuati.  (Tessaro, 2011);

descrittore: definisce quali sono i risultati dell’apprendimento per ogni livello/soglia;

standard: rappresenta un punto di riferimento prestabilito per raggiungere livelli qualitativi e di spendibilità a cui ci si uniforma; standard minimi sono i requisiti ritenuti essenziali, cioè la base minima comune della competenza relativa ad una figura professionale, ad un profilo;la certificazione punta alla comparazione rispetto a standard prefissati, la matrice/rubrica è lo strumento;

compiti-esempio: offre un esempio di attività/prove per la prestazione riferita ad un indicatore prescelto.

 

 

Soglie/livelli di competenza 

 

Nella matrice la competenza è declinata e articolata in livelli, che possono essere considerati la descrizione della sua evoluzione. Si delinea così un quadro di riferimento rispetto a cui commisurare l'apprendimento e che può servire per valutare e certificare competenze.

La progressione si riferisce all'evolvere della competenza verso una più sicura padronanza delle abilità, verso un utilizzo sempre più consapevole, riflessivo e creativo delle conoscenze, in situazioni che si fanno via via più variate ed inedite.

Per la specificazione delle soglie di competenza è utile l’uso di una tassonomia; nel nostro caso, per i processi cognitivi, viene ripresa la rivisitazione della tassonomia di Bloom. Ma ad una gradazione tassonomica si ricorre anche per le altre componenti della competenza: metacognitiva, socio-relazionale, situazionale. Ad essa si assegna la funzione di descrivere le potenzialità della singola competenza e di tracciare preventivamente i traguardi che si mettono in conto per una classe.

Nella rappresentazione seguente i livelli di progressione sono cinque: esordiente, praticante, standard, rilevante, eccellente.

 

 

 

 

Vantaggi della matrice

 

 

Mette a fuoco i processi del quadro epistemologico di riferimento;

integra le componenti della competenza in gioco;

assicura le condizioni per trasparenza, condivisione, coinvolgimento, collegialità

sostiene l’autovalutazione e promuove la motivazione ;

aiuta la personalizzazione perché costruita ad hoc per gli allievi;

permette di accertare la presenza ed il livello della competenza grazie alle descrizioni di soglie/livelli;

è un riferimento esplicito che sostiene il giudizio;

riduce il tempo per la valutazione da parte dell’insegnante avendo un quadro a cui richiamarsi;

favorisce il coinvolgimento delle famiglie poiché i genitori conoscono cosa i figli devono apprendere;

lascia la traccia informativa e documentale del lavoro didattico dell’insegnante;

rende possibile confronto e controllo dei livelli di apprendimento nella scuola.

Laboratorio RED

(Ricerca Educativa e Didattica)

Università Ca' Foscari di Venezia
Università Ca' Foscari di Venezia

Nuova Pubblicazione

 F. Tessaro (a cura di),

 Il curricolo verticale nella scuola del primo ciclo. Analisi, percorsi, strumenti

libreriauniversitaria.it, 2019

 

 

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