Proponiamo la lezione, tenuta dalla prof.sa Roberta Rigo, in occasione del seminario interattivo, rivolto agli insegnanti della Scuola Secondaria di primo grado, organizzato dall'IVSLA in collaborazione con Accademia Nazionale dei Lincei, MIUR e USRV (4 aprile 2017)
I punti salienti dell'intervento:
I paradigmi del valore
Ai fini della valutazione della competenza, la situazione di realtà è un elemento necessario per qualsivoglia tipo di approccio, per prove o per compiti, per problemi o per simulazioni (Alberici e Serreri, 2009). Ma non è sufficiente: ciò che distingue nettamente le prove dai compiti sono i paradigmi della competenza, responsabilità e autonomia, presenti solo nei compiti e non nelle prove. Con i compiti autentici lo studente esercita l’autonomia, si mobilita per costruire il suo sapere; è chiamato a selezionare, a scegliere e a decidere; con la responsabilità è tenuto a farsi carico e a rispondere delle sue decisioni e delle conseguenze che ne derivano. Le prove, da sole, non permettono di valutare la competenza, ma possono supportarla. Nei compiti autentici, in particolare nei compiti di prestazione e nei compiti esperti, è opportuno inserire delle prove al fine di corroborare e reciprocamente giustificare le valutazioni qualitative.
I compiti autentici personali e/o esperti
La distinzione dei compiti autentici in esperti e personali è dettata dalla necessità di identificare con quanta più precisione possibile le specifiche competenze che si vogliono mobilitare e sviluppare. Nel mondo reale si presentano per lo più intrecciati, con la prevalenza dell’uno o dell’altro, perciò anziché in opposizione, possiamo collocarli lungo un continuum che per un verso trova prevalentemente situazioni-problema personali, quotidiane, familiari, che la persona è chiamata a risolvere con le conoscenze e le abilità che in quel momento possiede, e per l’altro situazioni-problema disciplinari, che richiedono il possesso di conoscenze specifiche e di abilità consolidate. Con i compiti ad orientamento personale si sviluppano e si valutano prevalentemente le competenze esistenziali e/o trasversali, mentre con i compiti orientati all’expertise si sviluppano e si valutano prevalentemente le competenze disciplinari, inter e trans-disciplinari, le competenze del professionista riflessivo, quelle che D.A. Schön (1983) chiamava Think in Action.
Alcune domande per mettere in luce le peculiarità del CA
- Il CA prende in carico una situazione problema del mondo reale?
- Presenta un problema aperto a multiple
interpretazioni?
- Lo studente è chiamato ad elaborare l’ipotesi di sviluppo,
a cercare i materiali?
- Porta ad un Prodotto/i del compito, non
ad una esercitazione?
- Prevede un approfondimento con prove, da svolgere
individualmente?
- Fornisce l’occasione di collaborare, sia nella
vita scolastica che nel mondo reale?
- Presenta occasioni x riflettere sul proprio
apprendimento sia individualmente che in gruppo?
- Ha una giusta distanza risolutiva?
- Viene collocato nel sistema delle Competenze da
valutare?
- È posto in rapporto con il curricolo?
- È strettamente integrato con la valutazione (Matrice
valutativa riferita ai processi)?
- Implica una durata (breve, media, lunga) e
una novità (situazione non nota) per lo studente?
- Può essere integrato e utilizzato in differenti
discipline?
(Tratto e adattato da Tessaro 2014)